Percorsi: Vallemarina - Salita di Valle Viola
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È la strada che conduce alla parte più alta di Valle Marina, una delle frazioni di Monte San Biagio. Una zona di campagna, senza attrazioni particolari ma dove è molto piacevole pedalare, affrontando pendenze poco impegnative (generalmente), circondati da una natura non eccessivamente antropizzata, con pochi agglomerati veri e propri di abitazioni che cedono presto il passo alle singole abitazioni.
Che si provenga da Fondi, Terracina o Monte San Biagio, l’accesso principale è sempre lo stesso: l’incrocio che dalla SS 7 Appia immette in via Macchioni, all’altezza del cimitero di Monte San Biagio. Volendo, da Terracina è possibile accedere sia da via Epitaffio, strada non asfaltata, che da via di Mezzo, 500 metri più avanti. Provenendo da Fondi, è possibile evitare la maggior parte del tratto sulla statale seguendo due percorsi: il primo, consiste nella sequenza via San Magno, via Rene, via Provinciale San Magno, viale Europa e, infine, 2,7 km di statale, fino a via Macchioni.
L’altra strada passa per le vie parallele ai binari: via della Ferrovia, via Sotto Ferrovia, via Parallela della Stazione e, infine, via Bufalari per immettersi sulla SS 7, tornare indietro di circa 300 metri e poi inserirsi in via Macchioni.
Ahinoi, questa opzione prevede possibili incontri con cani, mi è capitato di imbattermi in due maremmani: uno tranquillo e disinteressato, l’altro scappato da una recinzione e molto aggressivo, che ha tentato di aggredirmi nonostante fosse presente il proprietario, che cercava di calmarlo senza alcun risultato.
Il tratto iniziale, via Macchioni, è sostanzialmente pianeggiante, con qualche salita e discesa di lieve entità. Dopo 1 km abbondante, c’è il primo incrocio e, volendo, potete andare a destra per percorrere qualche stradina secondaria, per il gusto di farlo.
Per arrivare in via Viola, invece, dovete semplicemente proseguire sempre dritto, seguendo quella che sembrerebbe una strada principale. Lo è.
A un certo punto, ci si imbatte nell’incrocio con via Cervelloni o Cervellone: la toponomastica ufficiale dovrebbe essere al plurale, ma l’indicazione è al singolare, quindi chissà; in ogni caso, svoltando a sinistra si raggiunge uno spiazzo dominato da una fontanella, appunto Fontana di Cervellone.
Proseguendo dritti, invece, siamo finalmente in via Valle Viola, dove la salita vera e propria inizia.
Finite le salitone, brevi ma intensissime nella parte conclusiva, si giunge all’incrocio con via Pozzo Cipolla ed è lì che termina questo itinerario. A destra, via Valle Viola prosegue ancora per un po’, finendo nei cortili di alcune abitazioni; continuando a sinistra, ci imbattiamo in una sbarra con divieto di accesso ai veicoli. Eppure, sembra che non tutti i ciclisti rispettino il segnale, probabilmente usufruendo del cancelletto pedonale alla destra della sbarra, superato il quale ci si dovrebbe immettere su una strada sterrata per poi raggiungere il pozzo che dà il nome alla via, evidentemente locato in una proprietà privata.
Dopo aver percorso il tragitto al contrario, ci si ritrova all’incrocio di via Macchioni con la SS 7 Appia, dove scegliere di proseguire per Terracina, Monte San Biagio o Fondi (rifacendo il percorso inverso o passando per le zone del lago).
Cosa portarsi dietro:
– Borraccia;
– Crema solare, si pedala lontani dall’ombra per buona parte del percorso;
– Coccodrilli o orsetti gommosi per un pizzico di dolcezza ma, prima ancora, spizzichi di carboidrati e zuccheri.
Fontanelle:
Percorrendo via Provinciale San Magno, ci imbattimo alla solita fontanella al semaforo. Come anticipato, nello spiazzo di via Cervelloni ne troviamo un’altra, non so se sia potabile o no. Dovrebbe: non ci sono indicazioni contrarie, comunque non me ne sono mai servito.
Terreno e altimetria:
Secondo Strava, via Valle Viola è una salita di 4,14 km, pendenza media del 5,6%: non ho particolare motivo di dubitarne, ma questo valore può trarre in inganno sulla difficoltà complessiva. Le pendenze sono moderatamente dolci per buona parte del tempo, con qualche breve rampa all’8-10% e un po’ di saliscendi.
Il tratto più difficile ci attende alla fine, con pendenze a due cifre in alcune rampe, anche del 15%: non nego di essermi fermato, una volta, per abbassare il ritmo cardiaco, prima di ripartire per le ultime centinaia di metri. Per i ciclisti meno allenati, come me, consigliati rapporti molto agili, da mountain bike.
L’asfalto è molto buono all’inizio, in via Macchioni, poi diventa progressivamente meno curato, con un numero di solchi e rattoppi crescente. Vista la scarsità di traffico, difficilmente il manto stradale sarà rifatto a breve.
Potenziali imprevisti, pericoli e cani aggressivi:
In salita, poco da segnalare, a parte l’asfalto poco curato di prima. La discesa è da affrontare con cautela nella parte iniziale, per via delle pendenze elevate che vi catapultano velocemente a circa 50 kmh: ci sono alcuni incroci, curve su carreggiate strette con scarsa visibilità e tratti di strada con della ghiaia di troppo, quindi meglio procedere con cautela e evitare inchiodate coi freni, perdite di aderenza o incontri troppo ravvicinati coi pochi automezzi in circolazione.
Non incontrerete gruppi di ciclisti, probabilmente non ne incontrerete neanche uno, se non dopo esser tornati sulla SS 7; in ogni caso, non si è in mezzo al nulla e ci sono case abitate lungo tutto il tragitto.
Cani aggressivi non ne ho mai incontrati, anzi: fate attenzione a eventuali gatti e cani di piccola sdraiati in mezzo alla strada, intenti a godersi la tranquillità del posto.
Variazioni del percorso:
La salita di via Valle Viola presenta un solo versante e non c’è altro modo di percorrerla; tuttavia, siete liberi di perdervi nelle stradine laterali che la precedono, quelle senza via d’uscita sono poche.
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